martedì 31 marzo 2009

Quando il contenitore è più figo del contenuto

Signore e signori,
la Comunità Europea è lieta di presentarvi la sua ultima trovata: l'aranciata senza arancia!!!! olèèè.
Dopo il vino senza uva, il formaggio senza latte e il cioccolato senza cacao ma con olio di palma, non poteva certo mancare l'aranciata senza arancia a minare ulteriormente la nostra economia agricola. La sorella dell'aranciata, la limonata, protesta vivamente perché, giustamente, anche lei è stufa di avere a che fare con quegli acidi dei limoni.
Poiché l'Italia ci tiene a non essere seconda a nessuno per cazzate, mentre tutto il mondo dell'agricoltura aveva gli occhi puntati sulle quote latte in discussione alla Camera, il Senato ha recepito immediatamente la Normativa Comunitaria dando il via libera all'aranciata senza arance. E dire che ci abbiamo sempre messo anni a conformarci alla normativa europea... ma d'altronde, l'aranciata è l'aranciata! C'è forse qualcosa di più importante dell'aranciata?
E così, è alla fine morto per abrogazione l'articolo 1 della legge n° 286 del 1961 secondo il quale "le bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia, il cui gusto ed aroma fondamentale deriva dal loro contenuto di essenze di agrumi, o di paste aromatizzanti di agrumi, non possono essere colorate se non contengono anche succo di agrumi in misura non inferiore al 12 per cento".
Ultimamente ci si batte per ideali di alti valori, consci che il contenitore è più importante del contenuto. Certo, il contenuto avrà anche una sua rilevanza, ma se il contenitore è esteticamente bello a che serve il contenuto? Nonostante si dica il contrario, è tacitamente accettato da tutti il detto: "l'abito fa il monaco".
E' proprio questa la scia che anche in Italia, per rimanere al passo con la moda, si sta seguendo. I cervelli più insigni del nostro paese stanno lavorando infatti ,al Parlamento senza parlamentari! Non temete, ce la metteranno tutta!
Julìan Carax

sabato 28 marzo 2009

Chi ci garantisce che la legge non è fatta dagli sciocchi?

-"Basta cazzate papà. Perché gli avvocati, perché la legge?"
- "Perché la legge bambino mio ci dà accesso a tutto quanto. E’ il supremo biglietto omaggio, è il nuovo sacerdozio.

In questo modo risponde Al Pacino (Milton - il diavolo) a Keanu Reeves (Kevin) nel film: "L'avvocato del diavolo".
Si chiede perché mai il diavolo dovrebbe far uso della legge per tentare l'uomo. E la risposta, come avrete notato, è tanto semplice quanto sconvolgente.
Da un punto di vista teleologico, per quanto cinico e moralmente ingiusto, il diavolo ha ragione, è si una ipotesi portata ai suoi effetti più estremi ma comunque probabile.
Il potere legislativo è l'elemento che più contribuisce ad attribuire la sovranità ad un determinato soggetto, che sia lo Stato o un tiranno. è la legge che attribuisce allo Stato la facoltà di ricorrere all'uso della forza per imporre le proprie regole. Lo Stato, grazie alla legge, è l'unico detentore del monopolio della forza legittima.
è perciò chiara l'influenza nefasta che essa può esercitare sugli istinti più riprovevoli (e quindi suscettibili di tentazione demoniaca) dell'essere umano.
Proprio perché chi detiene il potere legislativo può facilmente sfruttarlo a suo piacimento, il costituzionalismo si è sempre battuto per limitare questo potere e, a partire dall'illumismo e dalle rivoluzioni inglese, americana e francese ha elaborato teorie come: la divisione dei poteri e la creazione di "pesi e contrappesi" per bilanciarne l'utilizzo.
Nel nostro ordinamento l'art 70 della Costituzione recita: "La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere". Il Parlamento può poi delegare parte di questa funzione al Governo ma in teoria la responsabilità è sempre sua. Se la legge è giusta o no, dipende dal Parlamento.
Sempre la Costituzione introduce due elementi di "razionalizzazione della forma di governo parlamentare" che limitano il potere legislativo: il Presidente della Repubblica, che può rinviare la legge alle camere (Art 74 Cost), e la Corte Costituzionale che giudica sulla legittimità costituzionale delle legge che, in caso di incostituzionalità, può abrogare (art 134 Cost.).
Nulla può invece fare la Magistratura (detentore del potere giudiziario), perché "i giudici sono soggetti soltanto alla legge" (art 101.2 Cost) e sono obbligati ad applicare la legge per come è e non per come dovrebbe o vorremmo che fosse.
Può capitare, e parlo astrattamente, che l'unione di Governo e maggioranza parlamentare può portare a quella comunemente nota come "tirannia della maggioranza".
La Costituzione prevede appositi strumenti per evitare che le minoranze (in senso lato) soccombano al potere della maggioranza, ma bisogna che tutti siano consapevoli di come stanno veramente le cose affinché si possano attivare simili meccanismi.
Già il filosofo Montaigne disse: "chi ci garantisce che la legge non è fatta dagli sciocchi?".
Non ce lo garantisce nessuno infatti. Ma siamo noi che eleggiamo gli sciocchi!!
Molto spesso la legge è stato lo strumento privilegiato per ottenere il potere e sovvertire l'ordinamento. Si pensi per esempio ai totalitarismi che da un punto di vista legale sono "giusti", perchè nati lecitamente o meglio nati conformemente alla legge vigente. Da questo punto di vista sconvolgente è stato il famoso processo di Norimberga contro i soldati nazisti, "colpevoli" di aver massacrato gli ebrei. Essi erano legalmente innocenti e per questo era un paradosso punirli per aver rispettato la legge che prescriveva simili comportamenenti.

Per fare in modo che un ordinamento continui a vivere ispirandosi a quei valori da cui è nata, e assicuri diritti e doveri uguali per tutti, è necessario che questi "tutti" siano a conoscenza delle "regole del gioco".

Sento sempre più spesso parlare di ipotesi di revisione costituzionale (ossia di modifica del testo costituzionale), fenomeno normale che tiene conto dell'evolversi della società (art 138 Cost). Tuttavia inorridisco quando sento le motivazioni con le quali i cittadini sostengono le idee dei politici in tema di revisione costituzionale.
Ultimamente sto sentendo troppe cazzate che hanno basi palesemente anticostituzionali, non solo nei confronti delle leggi del nostro ordinamento ma anche nei confronti dei più elementari principi di costituzionalismo. Sento per questo il bisogno di invitare il maggior numero di persone a informarsi su come è organizzata e come funziona la Repubblica Italiana.
Chiunque prima di giocare a qualunque gioco di società o di altro genere, legge le regole. Perché? semplice, perché non vuole perdere e non vuole farsi fregare da chi, più diligentemente, conosce meglio le regole del gioco.
Allo stesso modo, non lasciamoci raggirare dai politici.
La sovranità appartiene al popolo (art 1.2 Cost), siamo noi cittadini che possiamo decidere come devono andare le cose. Se la legge non è giusta e permette ai criminali di rimanere in libertà è perché il Legislatore non da al giudice i mezzi necessari per arrestare i criminali. Là dove non può arrivare il Presidente della Repubblica o la Corte Costituzionale, può arrivare il popolo.
è il popolo che forma il Parlamento e il Parlamento fa le leggi, leggi che consentono al giudice di mandare in carcere i criminali. Non è altro che un semplice sillogismo da cui ne segue che è il popolo che può fare le leggi e arrestare i criminali.
La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, che contiene i diritti e i doveri del cittadino, ma stabilisce anche la forma di Stato (ossia i raporti che esistono tra i governati e i governati) e la forma di governo (ossia il modo in cui il potere è diviso tra i vari organi).
Se vi posso suggerire un comportamento intelligente, uscite e comprate una Costituzione, magari di quelle esplicate così se avete dubbi troverete il commento, articolo per articolo, di insigni giuristi. Costa sui 14 euro, non mi sembra eccessivo.
Julìan Carax

mercoledì 25 marzo 2009

Se la storia non si ripete...

E' fresca di oggi la notizia, apparsa sul sito di Repubblica, che in Inghilterra sia ormai prossimo un vero e proprio "tsunami" nel mondo della scuola. Un gruppo di esperti incaricati dal Ministero dell'Istruzione, ha infatti elaborato una nuova riforma scolastica. Fin quì niente di interessante. Pare, però, che il pezzo forte della riforma sia l'abbattimento delle ore di storia alle elementari, per far posto...all'informatica!!!
Specifichiamo.
Le ore di storia saranno sostituite da ore di informatica nelle quali l'alunno/a, che avrà bisogno di uscire da scuola con queste competenze e conoscenze, imparerà cos'è un blog, cos'è Wikipedia, Facebook, Twitter, Msn ecc... L'insegnante, però, potrà sciegliere due (e dico due) fasi storiche riguardanti la Gran Bretagna da trattare nell'arco dell'intero ciclo elementare.
...beh
Dopo la prima lettura dell'articolo, si rimane frastornati. Dopo la seconda consapevoli. Dopo la terza increduli...
Chiariamo.
Non che si abbia qualcosa contro l'informatica...anzi...sarebbe quantomeno contraddittorio scriverle contro su un blog...
Ma la cosa sembra in sequenza: azzardata, controproducente, illogica, amorale.
Insomma. Una Cazzata.
Ancor più grossa, guardando al paese che la sta partorendo (U.K. baby!), ritenuto paese "serio". Qual'è in realtà il rischio che si crea partendo da una cosa del genere? Non è solo quello di omettere la storia, ma di conseguenza di omettere pian piano il mondo, di omettere l'uomo...perchè cos'è la storia se non il grande racconto della vita dell'uomo e delle sue opere da quando è comparso sulla faccia della terra?
La storia siamo noi stessi. (citando il titolo di una famosa trasmissione)
Ma no! A che serve sapere da dove veniamo, chi ha fatto cosa, chi ha inventato questo, chi e cosa ci hanno permesso di essere come siamo? A niente appunto!
Bisogna che si sappia come Giulia può aprire, se vuole, un gruppo su Facebook di "quelle che sbadigliano appena si alzano dal letto", o come Renzino può costruire un blog sui nani da giardino. Cose tra l'altro legittimissime e fattibilissime. E quì sta il bello.
Perchè l'informatica sarebbe da incrementare nella scuola, si dovrebbe spiegare ai ragazzini di tutte le età come funzionano certi meccanismi, come operare in sicurezza con questi nuovi strumenti, come poter sfruttarli al massimo per la loro crescita.
Ma non credo sia una cosa intelligente dargli il mezzo, Wikipedia ad esempio, e non il contenuto, e non sapere poi, cosa scrivere e cosa cercare. Non credo che ci sia il bisogno di mettere al posto di un qualcosa che spesso solo la scuola ti può dare, come lo studio della storia, una cosa come l'informatica, una "materia" ormai trattata dai ragazzi ogni giorno e per molte ore al giorno e che, bene o male, si impara velocemente con piacere. Perchè invece di togliere, di sostituire, non si tende ad allargare, non si aumentano le ore per fare informatica? Una domanda che potrebbe avere tante risposte...
Non vorrei e non voglio pensare che tutto ciò rientri in qualche insensato e insano progetto di accompagnamento e di incentiviazione della sempre più diffusa ignoranza giovanile. Dopotutto, siamo nel paese in cui fu scritto: "l'ignoranza è forza"...
Si spera in un rinsavimento dei britannici, anche perchè l'Unione Europea potrebbe seguirne le orme, e quindi anche la nostra cara vecchia Italia, che in quanto a fare cazzate ci tiene a non farsi surclassare da nessuno.
Ma forse sono troppo pessimista.
Posso ancora vantarmi di stare in un paese in cui, pur zoppicando per ovvi motivi, si continua ad insegnare, e si continua ad insegnare storia. Una grande storia. La nostra. Che quasi sempre si fonde con le storie di altre nazioni e di altri popoli. E che forma la storia del mondo che fa da base al suo stesso futuro. Un paese in cui, fu scritto non a caso: "Historia magistra vitae".


Quasar

martedì 24 marzo 2009

Il corteo d'abbagli

E così, ancora una volta la storia si ripete. E' curioso il fatto che tutto ciò di cui siamo attorniati sia una ripetizione di cose già fatte, degenerate e superate. Mi spiego: Guardiamoci intorno! Siamo soffocati da distrazioni! E' da un pò che i cellulari albergano nei cervelli dei 12enni occidentali e dei coetanei orientali che imitano gli occidentali. Sbaviamo tutti in coro ascoltando le sublimi elucubrazioni dei concorrenti dei reality show e ci inebriamo con le perle di raziocinio di giornalisti abusivi di parte (Ambedue le categorie promulgano le stesse cose) La stampa ci scuote! Ci ricorda che nel mondo avvengono omicidi, stupri, rapine e altre cose deprecabili, ma ciò che più ci sottolinea è che dobbiamo avere paura perchè è un'emergenza! La parola d'ordine è allarme, crisi.
Non credete che in questo sistema ci sia qualcosa che vi costringe a distrarvi?!
Qualcosa che vi inculchi che tutto fa schifo, che non ci sia nient'altro, che sia tutto negativo?! Se io avessi tale convinzione cercherei di autolobotomizzarmi guardando tutte le registrazioni dei "festival di SanRemo" dal 2000 in poi.
(Il festival di quest'anno ha avuto un successone nonostante la sua pallosità. Per pallosità intendo mancanza di novità ma sopratutto pallosità)
Accidenti, questo pozzo è ancora più profondo. Il morbo ci dissangua con un semplice mouse e rimaniamo a sguazzare nel nostro stesso vomito, oggi lo chiamano web. Facciamo la gara a chi si iscrive al gruppo più demente di facebook per un misero nanosecondo di gloria virtuale.
A questo punto non serve continuare col descrivere i rituali contemporanei ma arrivare al punto:
Questi "rituali" hanno in fondo la mera funzione di produrre confusione, ignoranza e paura.
Hey! Non vi sembra che nel corso della storia umana sia già accaduto?!

RaBat

Parallelismo tra i barbari e i mafiosi!

A quanto pare è mio l'onore di inserire il primo post! I miei due colleghi si faranno sentire presto, ne sono sicuro. Magari ci sarà anche qualche post che spieghi finalità e caratteristiche di questo pamphlet virtuale.
Non mi occuperò io, o almeno non ora, di problemi di carattere metodologici, volevo soltanto rendervi partecipi di una idea che mi è saltata in testa qualche tempo fa. Magari mi dite cosa ne pensate.
Si tratta di un
parallelismo tra le popolazioni "barbariche" (prevalentemente di origine germanica) e l'odierna mafia.
"Gallia est omnis divisa in partes tres" scriveva Cesare nel De Bello Gallico, beh la mafia è un pò più numerosa ed è divisa in quattro parti:
Camorra (Campania), Cosa Nostra (Sicilia), 'Ndrangheta (Calabria), Sacra Corona Unita (Puglia).
Ora riporterò alcuni frammenti, presi da due libri di storia del diritto (A. P. Schioppa; G. S. Pene Vidari), che descrivono le caratteristiche dei germani. Secondo me, allo stesso modo si può descrivere la mafia.
I Germani erano popoli guerrieri, per i quali la lotta e il coraggio in battaglia costituivano valori essenziali: Tacito aveva scritto che "
pare a loro indice di pigrizia procurarsi col sudore della fronte ciò che possono procurarsi col sangue". [e fin qui mi pare che rispecchia abbastanza fedelmente la mentalità mafiosa].
I G. vivono, migrano e combattono organizzati per gruppi
familiari, sotto capi riconosciuti per carisma, per valore militare e per acume strategico. Il vincolo basilare germanico è quello di stirpe o di sangue, il suo legame non è col territorio ma con le persone. La famiglia [in dialetto calabrese 'ndrina, da cui 'Ndrangheta], allargata ad una parentela piuttosto ampia, è alla base della vita sociale, con un proprio capo. Più famiglie discendenti da un antico progenitore comune si raggruppano tra loro costituendo quella che i Longobardi dicono "fara". Più fare potevano darsi un capo comune: "dux". I capi politici comunque, erano acclamati dall'assemblea del popolo in armi.
La giustizia era affidata alla
vendetta della famiglia dell'offeso ("faida"). La faida, che riguardava tutta la famiglia dell'offeso, era una vera e propria guerra privata che poteva durare a lungo e coinvolgere altre famiglie amiche a sostegno reciproco: si apriva così un contenzioso che poteva sconvolgere l'ordine pubblico. [nonostante la palese rozzezza della giustizia, consentitemi di dire che i barbari col tempo divennero comunque più civili dei mafiosi, poiché la faida poteva essere superata dal "guidrigildo", ossia una prestazione di denaro versata come indennizzo alla famiglia dell'offeso, appunto per evitare la guerra]. La famiglia deve proteggere i suoi membri: solo in essa e con essa questi trovano tutela, perché un singolo non ha sicurezza.
Per stabilire chi aveva ragione e chi torto, i barbari ricorrevano all'
ordalia ("giudizio di Dio"): l'accusato era sottoposto ad una prova (del fuoco, dell'acqua, del duello) e se sopravviveva era considerato innocente. [anche i mafiosi sottopongono i propri avversari a questo giudizio. Solitamente mettono i piedi del reo in un blocco di cemento e lo gettano in acqua. Nessuno è mai sopravvissuto, ma ciò vuol dire che erano tutti colpevoli...].
Nel gruppo germanico conta solo chi può portare le armi e combattere: solo chi partecipa all'exercitus.
Per i Germani
non esistevano le regole del diritto romano, ma solo le loro regole consuetudinarie. [Per la mafia non esistono le regole dello Stato, ma solo le loro regole non scritte. Sono pur sempre uomini d'onore].
Forse vi è una sola differenza tra i barbari e i mafiosi: che i primi erano nomadi mentre i secondi sono saldamente radicati nel territorio. Tuttavia non si possono negare gli intenti
espansionistici della mafia, sia verso il nord d' Italia, sia in America ormai da decenni, e sia in Germania più recentemente.
Per concludere: mi sembra inutile sottolineare il basso grado di civiltà della mafia, pari a quello di popoli nomadi di 2000 anni fa (scusate se ho arrotondato per eccesso), eviterò quindi di fare giudizi inutili su di essa, ma volevo solo chiedervi una cosa: sapete come finisce la storia?
La storia finisce che: l'irruzione ripetuta e inarrestabile di numerosi nuclei di popolazioni di stirpe germanica entro i confini dell'Impero Romano, costituì nei secoli V e VI, una delle ragioni della sua
crisi e della sua caduta in occidente.
Cosa succederà alla Repubblica Italiana di questo passo? Mi rendo conto che magari è una visione molto pessimistica, ma già abbiamo i nostri problemi poi lo Stato continua ad ignorare la mafia... Anche i romani ignorarono i barbari e gli consentirono pure di stanziarsi in molte regioni dell'Impero!
Personalmente, spero che il buon vecchio Giambattista Vico si sbagli.
Scusate se mi sono dilungato troppo, alla prossima!
Julìan Carax