venerdì 4 dicembre 2009

Il necessario cambio di visione

È ormai prossimo il No Berlusconi Day del 5 Dicembre organizzato a Roma in piazza della Repubblica. Il carattere peculiare della manifestazione, ribadito più volte su diversi media, è il fatto di essere nata “dal basso” , cioè il fatto di essere stata ideata, organizzata e pubblicizzata da blogger, internauti vari e soprattutto dagli adepti di Facebook (che conta più di un sesto della popolazione iscritta, mica cotica!). Anzi, proprio quest’ultimo l’ha fatta da padrone, contando fin’ora oltre 350 mila adesioni.
Bene. Bravi. Bis?...
Più che bis,plus.
Benchè infatti, l’idea sia stata partorita per la prima volta in questo particolare modo, la “campagna adesioni” mostra una certa ripetitività. Facciamo dei nomi. A parte, ovviamente, le centinaia di migliaia di emeriti sconosciuti che saranno la vera anima dell’evento, hanno confermato la loro presenza: nel politico, Tonino Di Pietro & IDV (si dica ciò che si vuole, ma gli unici che fanno opposizione vera fuori e dentro il parlamento sono loro), Verdi, Sinistre varie ed assortite, partitucoli da scantinato mai sentiti prima in cerca di gloria, mezze tacche del PD e associazioni più o meno note. Ovviamente. Tra i personaggi pubblici: oltre ai soliti più o meno famosi della Tv e della musica, spiccano su tutti Beppe Grillo (e le sue schiere) e Dario Fo con Franca Rame ( sempre da apprezzare l’impegno di questi due giganti del nostro paese). Ovviamente. Anche Walterino Veltroni ha addirittura detto la sua. Ovviamente. Tutto ciò ha un che di già visto, di già sentito, di già provato. Se l’altra ulteriore novità è la protesta non solo contro Berlusconi, ma principlmente (e giustamente) contro il berlusconismo, perché non approfittare dell’occasione per far parlare un altro tipo di antiberlusconismo? Perchè non parlare di sviluppo, ricerca, economia, solidarietà sociale, giustizia, educazione, sicurezza, ambiente…cioè, perché non parlare di ciò che il berlusconismo ha oscurato per anni e che in questa occasione, ora più di altre, potrebbe essere uno spiraglio di luce? Con il suo culto della persona, dell’indivudualità esasperata, della morale al ribasso, della deificazione della nullità ma soprattutto con la “distrazione” dalla realtà, il berlusconismo è riuscito a toccare le corde più negative dell’indole di un intero popolo ed è riuscito a far accettare consapevolmente la diffusione della mediocrità e e la perdita progressiva di tutte quelle qualità positive che ci hanno sempre contraddistinto.
È necessario l’antiberlusconismo? Certo, sì. Ma quale? Tutto. Ma in parti uguali. Sarebbe da ciechi non notare come, il mero sberleffo con tanto di senso di superiorità o il solo odio personale preventivo, non abbia portato da quindici anni a questa parte ad alcun risultato concreto. Quanto ci sarebbe bisogno che su quel palco degli studenti ci parlassero delle loro scuole fatiscenti, che dei ricercatori ci parlassero delle nuove tecnologie per l’ambiente e per migliorare la qualità di vita, che degli anziani ci parlassero di quanto sono soli e ai margini della società, che giovani famiglie si esprimessero sulla loro nulla speranza di sopravvivenza, che professori ci parlassero di chi eravamo, chi siamo, chi saremmo potuti essere e forse, di chi potremmo ancora essere. Insomma proposte, idee, incazzature, storie di vita, tutte quelle cose che danno segni di profumata energia nel fetido torpore in cui ci troviamo. Ma, salvo imprevisti, sarà la solità tiritera di vaffanculi e pernacchie, sfottò e slogan carnevaleschi, con un Andrea Rivera e la sua chitarrina a fare il giullare nostalgico e a scandire decrepiti sberleffi contro il buffo nano, e magari, anche contro la Chiesa, tanto per essere originali; con un’ Ascanio Celestini con la sua dotta e fine satira che fa tanto “intellighenzia” e che gli farà guadagnare applausi e magari qualche altro spettacolino in qualche teatro di second’ordine; con qualche band sconoscita di turno tipo Juggy e i Suspicion (?) o i Baracca Sound (?) a ravvivare gli animi dei più giovani ed ecco lì, bella e finita un’altra spontanea, colorata, gioiosa ma soprattutto inutile manifestazione. Professionisti dell’antiberlusconismo meno utile, contro il berlusconismo. Le due cose si annichiliscono come materia e antimateria e così si arriva al nulla e non a qualcosa di differente o di nuovo. Armi sbagliate contro il nemico giusto. Ancora una volta. Ancora di più.
Allora ovviamente non ci si va. No. Invece no. Ci si va per curiosità e perchè è sacrosanto ed è un diritto protestare se si ritiene che delle cose o delle persone non vadano bene. Si può essere in disaccordo sui modi e sulle scelte, ma è giusto apprezzare lo sforzo, perché altirmenti vorrebbe dire che non ci muoviamo e che siamo già, perlopiù tutti morti, seppelliti dalla puzza del malaffare o schiacciati dall’audience di “Uomini e donne”.

L’idiota.

Nessun commento:

Posta un commento